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Uno due tre scuola

Le cose da sapere e da fare perchè figli e genitori affrontino con serenità l’appuntamento con la prima campanella. E con le successive

Si rientra a scuola. Ecco come aiutare i figli che ritornano sui banchi: dal sonno alla colazione, dai compiti all’organizzazione degli impegni... con qualche avvertenza in più se la classe che li accoglie è la prima.

Si comincia dalla cartella 
È uno dei riti di stagione: l’acquisto del materiale scolastico è un momento di condivisione tra genitori e figli, in cui piacere e creatività placano le possibili ansie pre-scuola. Molti istituti consigliano di aspettare i primi giorni di scuola e le indicazioni degli insegnanti sul materiale didattico necessario. Ma per la scelta di cartella, astuccio, diario, matite colorate, prendetevi qualche ora di libertà, stabilite un piccolo budget di riferimento e uscite con vostro figlio alla volta delle nuove offerte di mercato. Tra gli scaffali, partecipate alle scelte, consigliate ma non imponete i vostri gusti. Godetevi il profumo delle matite e l’entusiasmo di vostro figlio. E poi un bel gelato per suggellare la giornata di shopping. 

Sonni tranquilli
Finite le vacanze, dopo tre mesi di libertà, genitori e nonni a disposizione e giornate all’aperto, bambini e ragazzi non sono più abituati agli orari, all’impegno, alla frequenza scolastica.
Meglio allora introdurli gradatamente a questa routine, magari regolando gli orari gioco-sonno. Tra i 3 e i 5 anni dovrebbero dormire dalle 11 alle 13 ore, per poi arrivare a 9-10 ore dai 6 ai 10 anni e almeno 8-9 ore dagli 11 ai 13 anni. Questo per evitare che siano distratti, svogliati e con scarso rendimento scolastico: un recente sondaggio rivela che il 60% degli adolescenti al di sotto dei 18 anni si lamenta di essere stanco durante il giorno e oltre il 15% ha ammesso di addormentarsi a scuola: una delle cause principali risiede proprio nella scarsità di ore di sonno. L’importanza del sonno viene spesso sottovalutata e bambini e adolescenti di oggi si trovano ad affrontare troppi impegni e a vivere stimoli eccessivi che disturbano il riposo notturno. Per garantire un rientro graduale e piacevole a scuola, è opportuno impostare buoni ritmi: alimentarsi bene, svolgere attività fisica durante il giorno ed evitare televisione e videogiochi nelle ore serali, che possono creare ansia e agitazione alterando i normali ritmi del sonno.

L’oro in bocca
Se fare la colazione è sempre ok, lo è ancora di più adesso che ricomincia la scuola. Una ricerca norvegese condotta su 7.343 adolescenti ha infatti evidenziato la stretta associazione tra consumo della colazione al mattino e rendimento scolastico: a parità di struttura familiare, livello socio-culturale dei genitori, abitudini di vita, chi consuma poche volte o mai la colazione ha un rischio 3 volte più elevato di avere scarsi risultati nei test di verifica degli studi. 
Per organizzare il menù di una colazione ideale, il trucco è assicurarsi che sulla tavola compaia almeno un cibo per ciascuno dei tre gruppi alimentari fondamentali: latticini (ossia latte o yogurt, meglio se parzialmente scremati); frutta (fresca di stagione, oppure marmellate o succhi o centrifugati); cereali (pane o biscotti o fette biscottate o fiocchi di cereali pronti per la prima colazione). I benefici sono evidenti: più energia dopo il digiuno notturno, più lucidità ed attenzione, più equilibrio nei pasti successivi, più regolarità intestinale. 
Per rendere la colazione un piacere e non una tortura, meglio svegliare i bimbi qualche decina di minuti prima e avere il tempo di sedersi a tavola insieme, piuttosto che buttarli giù dal letto in fretta e furia come spesso succede. Se poi il bambino non ha fame appena sveglio, prima si dovrà lavare, vestire, preparare lo zainetto, o comunque fare le piccole attività mattutine, e per ultimo la colazione. Così sarà trascorso un po’ di tempo e lo stomaco si sarà ‘svegliato’. 

Mettiamo la prima... 
Prima elementare, prima media, prima superiore: i primi giorni di scuola fanno più paura se si affronta l’ignoto. 

L’esordio sui banchi alle elementari è un passaggio importante. Per i bambini di 5-6 anni l’attesa del cambiamento può essere stressante: a questa età sono molto abitudinari e sentono già il peso delle aspettative degli adulti. Potreste notare che sono più agitati del solito, di malumore, con problemi ad addormentarsi o bruschi risvegli nel cuore della notte. Che fare? Per non caricare il piccolo d’ansia, no ai continui riferimenti al fatidico inizio. Poi, mai portarlo a vedere la scuola da fuori quando è ancora chiusa: vuota e silenziosa, lo spaventerebbe. Utile invece fare insieme i primi acquisti per la scuola, coinvolgendolo nelle scelte. Importante anche abituarlo gradualmente ai nuovi orari.

Particolarmente delicata è la transizione alle medie, a causa dell’età preadolescenziale. La scuola appare ai ragazzi popolata da adulti dalla figura meno affettiva rispetto alle maestre elementari. Vietato perciò pensare di “responsabilizzarli” con lo spauracchio della severità degli insegnanti. Meglio rassicurare i ragazzi sulle loro qualità e capacità e sulle potenzialità del nuovo percorso. Raccontate ai figli i vostri ricordi più belli di quell’età e parlate loro degli insegnanti che vi hanno lasciato qualcosa di positivo, anche se magari all’inizio vi intimorivano tanto... 

Per quanto riguarda l’ingresso alle superiori, ciò che più li spaventa non sono tanto i professori, le materie, i voti ma la paura di non essere accettati, di non avere successo, di non riuscire a soddisfare le aspettative dei compagni, dei docenti e, soprattutto, dei genitori. Quindi, fate un passo indietro: parlate di meno e ascoltate di più. Resistete alla tentazione di dire loro quello che dovrebbero fare per essere bravi. Distinguete tra le loro paure e le vostre: solo così potete far loro sentire che siete in grado di aiutarli.

Compiti: presto e bene, insieme
Se vostro figlio chiede un aiuto con i compiti, assecondatelo e collaborate con lui per impostare bene il lavoro, così che in futuro possa diventare più autonomo. Fate insieme una lista dei compiti del giorno dopo, separando i più difficili dai più semplici e partendo con quelli difficoltosi (che è meglio vengano fatti per primi, quando si ha la mente più fresca) per finire con i facili.
Se c’è qualche problema nello studio o nello svolgimento di un esercizio, non imponete la vostra idea o ancor peggio non fate l'esercizio al suo posto: aiutatelo a comprendere dove sbaglia senza dare per scontato che sia facile e non innervositevi. Se non ha compiti da fare per il giorno dopo, spronatelo ad anticipare i compiti del giorno successivo, anche se si tratta di una sola materia, per non perdere il ritmo nello studio. 
Per il week end, convincetelo che fare i compiti il sabato pomeriggio è più conveniente, in modo da lasciare la domenica come giorno di meritato riposo settimanale.

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