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La notte dei giochi

Alla vigilia di Natale, ma anche durante il veglione di Capodanno, in Italia è consuetudine riunirsi in casa per divertenti sfide a tombola, mercante in fiera, gioco dell’oca... Un’abitudine da non perdere, per il piacere di sentirsi uniti

Un tempo era un appuntamento immancabile: la notte di Natale, anche i bambini potevano eccezionalmente rimanere alzati fino a mezzanotte. E per intrattenerli con tutta la famiglia, ecco che ci si riuniva in salotto e ci si dedicava tutti insieme a giochi basati sulla fortuna, per cui anche i più piccoli potevano vincere. E anche oggi vale la pena spegnere il televisore e mettere via tablet e giochi elettronici per godere l’attesa in un clima di calore familiare. Via libera allora ai più classici dei giochi della tradizione.

La tombola 
La Tombola è uno svago che vanta un’antica tradizione. Nasce a Napoli nel Settecento come alternativa casalinga del lotto, che veniva sospeso durante le feste di fine anno per motivi di opportunità religiosa. Si diffonde poi in tutta Italia e anche oltre, sviluppando molte varianti. Esiste, ad esempio, la “tombola parlata”, che assegna significati particolari a ciascun numero, secondo la simbologia della smorfia napoletana. Tutti, dai 5 agli 80 anni, si muniscono di spiccioli (per la posta) e di legumi vari (fagioli, ceci, fave) per segnare i numeri sulle cartelle. La posta in gioco è in relazione al numero dei giocatori e delle cartelle che si comprano. La somma che si ricava va a formare il montepremi: si parte dall’ambo e si termina con la tombola, ovvero con chi, per primo, copre i 15 numeri della cartella. Generalmente a tirare i numeri dal “panariello” è chi acquista il cartellone. E il gioco va avanti fino a ora tarda in una bolgia di voci che si sovrappongono e di risate.

Il mercante in fiera
Riportato in auge negli ultimi anni dall’omonimo quiz televisivo, si tratta di un gioco di carte basato su figure. Le origini vanno fatte risalire alla Venezia del ‘500 (Carlo Goldoni lo cita in una sua commedia). Tra questi giochi tradizionali di Natale, è forse il più semplice e intuitivo, cui i più piccoli possono partecipare senza problemi.
Si gioca con delle carte apposite, divise in due mazzi sui quali sono raffigurati gli stessi personaggi ma che hanno il retro di colore diverso. All’inizio del gioco si estraggono tre carte da uno stesso mazzo e si lasciano coperte sul tavolo, queste rappresentano i premi finali. L’altro mazzo è destinato all’asta; il mazziere, che fungerà da banditore, secondo le modalità che più preferisce, metterà all’asta le carte del mazzo. Naturalmente, più carte si comprano e più possibilità si hanno di aggiudicarsi almeno uno dei tre premi.
Una volta vendute tutte le carte, il mazziere prenderà il mazzo da cui aveva estratto i premi e inizierà a chiamare le singole carte (si gioca a carte scoperte), chi è in possesso della carta chiamata dovrà metterla sul tavolo. Vince chi resta con le carte corrispondenti ai premi.

Il gioco dell’oca
Altro passatempo festivo assai popolare, quello dell'oca è tra i più semplici giochi “di percorso” indirizzati ai bambini. La versione moderna del gioco (con il percorso a spirale e le decorazioni tipiche) risale alla seconda metà del XVI secolo. Ferdinando I de’ Medici ne fece dono a Filippo II Re di Spagna, il quale ne rimase affascinato. Le caselle erano decorate con simboli che in parte sono rimasti nella tradizione: due dadi, un teschio, una coda, un ponte, un labirinto o un’oca. All’inizio del XVII secolo apparvero in Inghilterra i primi tabelloni stampati e rapidamente il gioco si diffuse in tutta Europa.

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