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Impariamo insieme l’alfabeto delle vitamine

Una dieta sana è il modo migliore per mantenere il giusto livello di vitamine nel nostro organismo

A, B, C, D, E… L’alfabeto delle vitamine è simile a quello della lingua italiana, anche se in realtà non segue le regole della grammatica, ma quelle della scienza. A scoprirne l’esistenza fu il medico polacco Kazimierz Funk, che nel 1911 estrasse dalla crusca una sostanza cui diede il nome di “ammina della vita”. Era la vitamina B1.
Sostanze organiche indispensabili al nostro organismo ed elementi essenziali per la vita umana, le vitamine si trovano nei cibi che mangiamo tutti i giorni, proprio perché il nostro corpo, non riuscendo nella maggior parte dei casi a sintetizzarle, ha bisogno di assumerle attraverso gli alimenti che le contengono.
Ma come fare per non rischiare di rimanere senza? Il segreto è conoscere la giusta misura, anche perché una dieta ipercalorica o un eccessivo uso di integratori alimentari possono far correre il rischio di immagazzinarne in eccesso.
Dove si trovano, quando e quanto assumerne
Per un adulto, ad esempio, il consumo di una fetta di melone o tre albicocche secche al giorno soddisfano il fabbisogno quotidiano di vitamina A, particolarmente importante per la salute gli occhi e della pelle.
Un kiwi o due clementine al giorno, invece, sono più che sufficienti per garantirsi il giusto apporto giornaliero di vitamina C. Se poi uno volesse fare un po’ di scorta per rafforzare in sistema immunitario contro i raffreddori di stagione, una spremuta di due arance supera abbondantemente la razione giornaliera raccomandata.
Secondo gli esperti, un’esposizione al sole media di 15-20 minuti al giorno, senza protezione, è sufficiente per mantenere nel nostro organismo il giusto livello di  vitamina D, di cui beneficeranno le ossa. In assenza del sole è sufficiente condire la pasta con tonno naturale o mangiare un trancio di tonno al forno.
Un buon modo per non restare senza vitamina E, è quello di tenere sempre a portata di mano nell’arco della giornata una tazza piena di semi di girasole, in grado di soddisfare il triplo del fabbisogno giornaliero: le nostre cellule si manterranno più giovani e non avremo più problemi di memoria!
E che dire delle vitamine del gruppo B, fondamentali per un’alimentazione corretta? Colazione con i cornflakes e cinque nocciole al giorno (B1), assicurano l’appetito e mandano via la stanchezza; un’insalata di cavoli condita con aceto di mele (B2) evita bruciori e pruriti; un pezzetto di rabarbaro nella frutta cotta (B3) aiuta a digerire meglio; un semplice bicchiere di latte, anche vegetale (B4), aumenta le difese immunitarie; una punta di cucchiaino di pappa reale (B5) mantiene il buon umore; una banana al giorno (B6) tiene sotto controllo il colesterolo. E così via…
Niente medicine, basta mangiare bene…
“Linfa vitale” e “mattoni della vita”, le vitamine non sono però dei sostituti dei farmaci o una risposta alternative alle medicine, né vanno utilizzate solo per combattere qualche malanno di stagione o vincere le avversità. “Solo un’alimentazione sana può ridurre il rischio di ammalarsi - sostiene Primo Mastrantoni, segretario dell’Aduc -, perché il nostro fisico è più forte e in equilibrio”.
Domande e risposte: fuori dai luoghi comuni
È vero che i cibi cotti perdono le vitamine?
Sì, ma si tratta di percentuali basse e non tali da giustificare il crudismo, anche considerato che la cottura dei cibi ha il pregio di renderli più digeribili. Ad esempio: 120 g di cavoli bolliti, hanno la stessa quantità di vitamina C di 100 g di cavoli crudi.
Si perdono meno vitamine lessando i cibi o cuocendoli a vapore?
La cottura a vapore non comporta sostanziali alterazioni nei principali nutrienti, a causa della temperatura relativamente bassa. La bollitura in acqua, invece, tende a disperdere nel brodo proteine, grassi, minerali e vitamine. Le vitamine più colpite dalla bollitura sono quelle del gruppo B (uova -10%, cereali - 40%) e la vitamina C (latte -50%, carne e verdure -20%). Gli alimenti immersi in acqua già calda mantengono un livello nutrizionale migliore.
I cibi surgelati perdono parte delle loro vitamine?
Sì, soprattutto gli alimenti congelati in casa. Le verdure, ad esempio, nella produzione industriale vengono surgelate poche ore dopo essere state colte, mentre i prodotti freschi surgelati a casa perdono una quantità di vitamine maggiori perché stanno più tempo a contatto con l’aria. Dopo un giorno dalla raccolta, i piselli perdono fino al 20% di vitamina C.

Non solo frutta e verdura…
Se è vero che la presenza di vitamine nei cibi viene comunemente associata alla frutta e alla verdura, tuttavia ci sono una miriade di altri alimenti che contengono un’alta percentuale di vitamine al loro interno. Così si scopre che, tra gli alimenti più di uso comune, la vitamina A è presente anche nel tonno e nel pesce in generale. Le vitamine del gruppo B, invece, si trovano anche nel prosciutto, nel pane, nella carne di maiale e di vitello, nel pollame, nei latticini, ancora nel pesce, nella birra e persino nei funghi. Di vitamina D sono anche ricche sardina, salmone, aringa e tonno, mentre le uniche a trovarsi quasi esclusivamente nella frutta e nella verdura sono le vitamine C, E e K.

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