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Arte & Torte

Torino è la città più dolce d'Italia per la tradizione del cioccolato. Con decine di caffè storici dove sostare per l'aperitivo e la pasticceria. Naturalmente tra un museo e l'altro

Quel che succede a Torino, prima o poi, succede nel resto d'Italia. È un modo di dire, discreto e molto piemontese, per sottolineare il fatto che questa città, apparentemente chiusa e un po' appartata, è invece una fucina di innovazioni. Qui è nata l'idea stessa di Italia, e poi l'auto, il cinema, la radio, la televisione. In epoca post-industriale, Torino ha saputo reinventarsi passando dalla fabbrica alla cultura. A partire dal simbolo della città operaia: il Lingotto, che oggi ospita la Pinacoteca Agnelli (pinacoteca-agnelli.it). La Fiat diventa americana, l'arte resta torinese.
Il salotto dei sapori
È il salotto più dolce della città. Sotto i portici di Piazza San Carlo (a proposito: il centro storico ha oltre 18 km di marciapiedi al coperto), si trovano infatti alcuni “monumenti” della gastronomia sabauda: la Confetteria Stratta (stratta1836.it), in cui rivive la tradizione di caramelle, gianduiotti e praline, e tre caffè storici: il San Carlo (caffesancarlo.it), definito “una reggia” per gli stucchi e gli arredi; il Neuv Caval 'd Brôns (cavallodibronzo.it), con sale al primo piano da cui si gode una splendida vista sulla piazza; e il Torino (caffe-torino.it), del primo '900, uno dei più raffinati. Tutti perfetti per i classici riti del caffè, dell’aperitivo, della cioccolata in tazza e della pasticceria mignon fresca. A poca distanza, in via Maria Vittoria 27/C, si può invece gustare il gianduia spalmabile campione del mondo della Cioccolateria Guido Castagna (guidocastagna.it).

Dai romani a Cavour
Perno urbanistico della città è Piazza Castello, con il palcoscenico double face di Palazzo Madama che riunisce in sé l'intera storia di Torino: dalla fondazione romana al barocco. La scenografia della piazza è completata dal Teatro Regio e da Palazzo Reale, con la grande cancellata con le statue dei Dioscuri. A pochi passi, il Duomo rinascimentale, su cui svetta la secentesca Cupola della Sindone. Anche qui, dopo la visita alle opere d'arte, per una sosta golosa c'è l'imbarazzo della scelta. Il Caffè Baratti (barattiemilano.it) è uno splendido locale primo '900, ideale per un aperitivo o il tè con i tipici pasticcini torinesi. L'alternativa è il Caffè Mulassano (mulassano.com), anch'esso liberty, celebre per i tramezzini, inventati proprio qui nel 1925 dal titolare, Onorino Nebiolo. Per sedersi allo stesso tavolo di Cavour bisogna invece spostarsi nella vicina piazza della Consolata: qui c'è al Bicerin (bicerin.it), altro caffè storico, aperto dal 1763. Il nome deriva dalla classica bevanda torinese a base di caffè, cioccolato e panna. Per i più golosi, la Torta Bicerin ripropone gli ingredienti in forma di 
dessert.

Il cinema sopra Torino
Da piazza Castello si può scendere verso il fiume percorrendo i portici della lunga Via Po. Al n. 8,  altro locale storico: il Caffè Fiorio (fioriocaffegelateria.com). Da visitare le sale interne e, anche in inverno, da provare i gelati. Siamo a due passi dal simbolo della città, la Mole Antonelliana che ospita il Museo del Cinema (museocinema.it). All'interno, foto, documenti e la ricca cineteca. Una tappa obbligata non fosse che per la possibilità di salire alla terrazza panoramica da cui si gode una fantastica vista della città e delle Alpi. Via Po sbocca in un'altra scenografica piazza storica: Piazza Vittorio Veneto, dove concludere la visita al Caffè Elena, frequentato da Cesare Pavese e Friedrich Nietzsche. Di fronte, sull'altra sponda, la chiesa Gran Madre di Dio dove la leggenda vuole sia nascosto il Santo Graal. Torino infatti ha anche la fama (mai smentita) di città esoterica. Non per nulla ospita il più antico Museo Egizio del mondo (museoegizio.it). In ristrutturazione, con apertura parziale, dalla primavera del 2015 avrà spazi espositivi raddoppiati. 


Il Club dei Sapori  e Cioccola-Tò
Agnolotti del plin (con sugo di arrosto o burro e salvia o tartufo), risotti, gnocchi di patate, carni brasate nel vino o bollite, i celebri antipasti (freddi o caldi, con salsine e bagnetti), dolci al cucchiaio e pasticceria mignon sono i fondamenti della tavola subalpina. A corona del piatto piemontese per eccellenza: la bagna cauda. Antica ricetta contadina, è una salsa a base di olio, acciughe e aglio in cui si intingono verdure crude e bollite. Classico imperdibile in un week end torinese. Al pari dei formaggi (castelmagno, tome, robiole...) e dei favolosi vini (barolo, barbaresco, barbera, nebbiolo...). Altra “invenzione” torinese è il vermouth, nato qui nel 1786 per mano di Antonio Carpano cui è dedicato un museo (brancainternational.com). Per valorizzare la gastronomia locale è nato Sapori Torinesi (turismotorino.org/gastronomia ), un “club” di 25 ristoranti (18 in città, 7 in provincia) che propongono piatti della tradizione. Assolutamente da non perdere, infine, dal 21 al 30 novembre, Cioccola-Tò (cioccola-to.it), la kermesse del cioccolato che quest'anno prende il titolo di "Tutti puzzle per il cioccolato".

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